Telaio Allu 6061 3D custom butted con ILS
Ammo Scott Genius TC traction mode, lockout, rimbalzo, comando manubrio.
Forca Fox Talas RL 100/120/140, rimbalzo, lockout.
Freni Avid Juicy 5 idra 180/160.
Cambio Sram X9, der. Shimano Lx, comandi Sram x9
Guarnitura Truvativ Firex 3.3
Cerchi Sun DS-2 disc 32h
Gomme Kenda Cortez 2.2
Manubrio Scott MC OS Pro D.B. 12 mm rise, 640 mm
Ang. Sterzo 70,5°
Ang. Sella 73,5°
Peso 12,8 kg
Il sistema di sospensione posteriore risulta piuttosto complesso nei leveraggi inferiori. L'ammortizzatore, di produzione Scott, presenta una camera di grosse dimensioni (larga più che lunga, l'interasse appare contenuto) e una vite di regolazione del rimbalzo abbastanza accessibile. Particolare di questo sistema, un riporto al manubrio che consente di variarne l'escursione e il comportamento in modo veloce e senza doversi fermare: una leva su tre posizioni, che determina il lockout, una posizione traction intemedia (90 mm di escursione), per pedalare su terreni particolarmente sconnessi, e una “tutto aperto” per la discesa, che porta l'escursione a 130 mm.
All'anteriore trova posto una Fox Talas RL, con robusti steli da 32 mm e la regolazione dell'escursione tra 90 e 140 mm, effettuabile tramite il pomello sul lato sinistro. A destra si trovano invece la regolazione del rimbalzo e un pomello di lockout progressivo, fino al blocco totale.
Nonostante la mole, notevole all'occhio, il peso della bici è piuttosto contenuto. La casa dichiara 12,8 kg.
La differenza è facilmente avvertibile già dal sollevamento a braccio, sorprende per il fatto che la Scott risulta nettamente più leggera rispetto alla mia Giant Atx nonostante sia dotata di componenti più complessi e robusti e appaia nettamente più massiccia.
Appena salito in sella, la sensazione di equilibrio e stabilità è immediata. La regolazione dell'escursione posteriore al manubrio invita a giocarci subito, passando dal tutto-aperto alla modalità “traction” da 90 mm, apprezzandone fin da subito il risultato pratico sulle leggere discese e salite del primo tratto dell'anello. Finché la pendenza in salita è ragionevole, non avverto la necessità di intervenire sulla forcella, a patto di pedalare in posizione seduta. Se ci si alza in piedi, la Talas richiede il bloccaggio, pena un affondamento assai pronunciato (e fastidioso).
Come nota, data anche la comodità della regolazione del posteriore al manubrio, si sente la mancanza di un equivalente rimando del bloccaggio della Talas, che purtroppo non è disponibile nemmeno come optional: un peccato davvero.
La Scott dà subito una sensazione di grande stabilità e maneggevolezza, solo le gomme sembrano comprometterne un po' le prestazioni. Si direziona bene nelle serpentine iniziale per evitare i pezzi più sassosi, e del resto quando provo a passare sopra i sassi la bestia assorbe tutto con notevole nonchalanche. La sensazione di sicurezza ispira davvero, spinge a cercare di sfruttare i bordi a monte del sentiero come paraboliche. E a saltare, potendo contare su atterraggi morbidi e rimbalzi pressochè nulli.
Quando il percorso si allarga, diventando una sterrata carrozzabile, la lascio correre dimenticandomi i freni. Non intendo stabilire record di velocità, ma alla fine rilevo una differenza di oltre 10 km/h come velocità massima rispetto alla “povera” Atx...
Anche nel tratto fangoso, dove per forza di cose la bici si scompone, intraversandosi in corsa, la cosa non mi infastidisce più di tanto, e posso continuare a pedalare vigorosamente.
Raggiungo il fondo della conca, dove comincio a pedalare sul serio, e qui comincio a sentire lo spessore e la resistenza al rotolamento delle gomme. La sensazione al posteriore (bloccato) è buona, come quella di leggerezza, ma la bici sembra come frenata rispetto alla Giant. La corona grande mi ispira poco, e preferisco usare la media, sfruttando al massimo i pignoni, anche perché all'occhio mi sembra che la catena non si inclini troppo.
Il cambio X-9 di Sram è una chicca rispetto al mio, c'è poco da dire. Ho solo qualche difficoltà ad azionarlo correttamente, abituato ad usare l'indice per passare ai rapporti più duri. Qui invece entrambe le leve sono azionate dal pollice, per mantenere l'indice sempre sul freno. Devo abituarmici, ma ne intuisco la praticità. La cambiata è precisa, uno scatto un pignone... c'è poco da dire. Anche il deragliatore risulta molto ben comandato.
I freni... che dire, per uno abituato ai v-brakes è difficile trovare difetti. Del resto il uso appena. Qualche bloccaggio appena accennato, ma non saprei dire se sia dovuto a scarsa modulabilità o alla mia mano poco pratica (o ancora alle gomme). Del resto il mio anello non richiede un uso intensivo delle pinze, quindi non credo sia adatto a saggiare a fondo i sistemi di frenata.
Comincio a salire, mi devo fermare un attimo ad abbassare la Talas all'escursione minima. Provo a bloccare tutto, sia davanti che dietro, e la Scott sembra in effetti cambiare natura. Diventa totalmente rigida e quindi reattiva, nettamente più inclinata in avanti, a regalare una posizione più da XC che da trail. Appena lascio l'asfalto porto la levetta di bloccaggio della Talas a metà corsa e regolo il posteriore su “traction”: così procedo che è un piacere, ben seduto in sella, pedalando rotondo, superando agevolmente qualunque ostacolo.
Comincio a notare che le coperture hanno i loro limiti, e mi accorgo che i pedali arrivano molto vicini al suolo. Devo stare attendo a dove passo, osservando con sorpresa che la mia Giant da questo punto di vista mi permette una pedalata più disinvolta. Nonostante le impostazioni “da salita”, quando il sentiero comincia a farsi più tecnico mi accorgo che l'alleggerimento all'anteriore è davvero eccessivo. Viene un po' compensato dalla generale stabilità del mezzo, che mi consente di mantenere il manubrio abbastanza fermo e quindi una buona direzionalità. Ma la gomma scivola di lato troppo facilmente, e alla fine devo constatare che con la Giant mi trovo meglio: a parte il problema dei pedali che toccano, disturbando molto, probabilmente anche il telaio da XC della Giant aiuta, e in fin dei conti tutte le regolazioni della Talas mi sembrano più una complicazione che altro. Se non all'impennata, la Scott tende a un eccessivo alleggerimento davanti. Forse ciò è causato anche dalla taglia troppo piccola per me (si tratta di una M).
La superiorità della Scott in salita si attesta sull'efficienza del cambio, dell'ammo TC in posizione traction, e sul maggiore equilibrio percepibile al manubrio.
Dove il percorso si trasforma in singletrack la bestiolina scorre via allegra e disinvolta, mantiene la traiettoria con efficienza, si dimostra gradevolmente agile, assorbe i passaggi più duri senza un lamento. Molto gradevole.
Alla fine se non fosse per un incidente di percorso (vedi "La lezione del bosco"), sarei pronto ad aggiungere il quarto giro, mentre con la Giant alla fine del terzo di solito la voglia mi è quasi del tutto passata.