martedì 13 novembre 2007

La lezione del bosco

L'altro giorno ho finalmente avuto in prova la Genius di Scott. Per l'esattezza la MC 4.0 2007, uguale in tutto e per tutto alla 3.0 2008, della quale scriverò le mie impressioni in seguito.
Bicicletta pazzesca, comunque, specie se rispetto alla mia "nonnetta" Giant.
Mi stavo divertendo un mondo, sul mio solito anello "privato", su e giù come un cannibale. Non che le mie medie fossero molto diverse dal solito, solo un pò più veloce in discesa ovviamente, grazie alla maggiore maneggevolezza e stabilità data in particolare dalla Fox Talas da 32 che avevo davanti.
Stavo tentando di infilare il quarto giro della giornata, il tempo c'era, la forma residua anche.
Invece.
Sono stato "abbattuto in corsa", letteralmente. Ci sono queste piante bastarde, nel mio bosco. Hanno rami morbidi come liane, con delle spine bastarde fatte a uncino, che bucano qualunque cosa. Ti si attorcigliano intorno alle braccia, si avvinghiano letteralmente, ti seguono che quasi non te ne accorgi per qualche metro, finchè arrivano alla massima estensione, e poi, di colpo, tack! Arriva lo strappo. Per questo una volta al mese mi faccio il giro col machete, a pulire.
Il ramo era bello robusto, un centimetro di diametro.
Sono riuscito a liberarmi il braccio (ho imparato con l'esperienza), ma il ramo allora si è preso il manubrio e praticamente mi ha strappato la bici da sotto, con una violenza tale che la bici è rimasta appesa, come un pesce alla lenza, e io sono volato avanti, sparato come da una fionda, e mi sono schiantato su un tratto di sterrato sassoso, quasi il punto peggiore del percorso dove potevo schiantarmi. Mi è andata anche bene, sono riuscito piu o meno ad appallottolarmi in aria e a fare un paio di capriole. Solo che rotolare sulle pietre, insomma, non è proprio il massimo nella vita, anche a velocità relativamente basse. Risultato: spalla, anca, ginocchio, costato e caviglia del lato destro del corpo hanno assaggiato la pietraia.
Sono arrivato a casa in un modo o nell'altro, niente danni alla bici ma io sono zoppo, cavolacci. Prova bici andata a monte, un male da non riuscire a dormire, e una paura fottuta di essermi lesionato qualche legamento del ginocchio. Per fortuna, a due giorni dall'incidente, mi sembra che stia rientrando tutto, riesco quasi a camminare normalmente.
Uffa, però... uno crede di avere sviluppato abbastanza tecnica per evitare simili cadute... sul MIO percorso, poi, che mi curo personalmente (ma gli ultimi giorni sono stati ventosi, forse questo ha scompigliato un pò il sottobosco)... e poi proprio mentre avevo la bici in prova, che quindi ho potuto testare un giorno solo, in pratica.
Mentre stavo lì a terra, renza riuscire a rialzarmi, il fiato mozzato dalla botta al costato, mi sono messo a frugare nello zaino in cerca del mio coltellino d'emergenza, pensando di vendicarmi estirpando la pianta radice compresa. Poi invece, sono tornato in me per fortuna, mi sono limitato a recidere la porzione che aveva invaso il sentiero.
Me ne sono stato lì a cercare la lezione da imparare.
E' pericoloso, il mio bosco. Sembra un giochino da ragazzi e però, quando meno te l'aspetti, appena cominci a prenderlo un pochino sottogamba, ecco che ti punisce. E lo fa senza mezzi termini, brutalmente.
Devo andare più piano, accidenti a me. Sono passato troppo a destra in quel punto, solo perchè avevo fretta, e ho saltato un roccione invece di scivolarci sopra felpato come al solito. Devo prendermi delle protezioni per le ginocchia, invece di pensare che tanto non ne ho bisogno.
Ho capito. Ho imparato? Vedremo, vedremo.
Prudenza, gente. Questo è uno sport pericoloso.

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