sabato 10 novembre 2007

Per cominciare: chi sono.

Abito in un paesino, paesucolo, non è nemmeno una frazione, nel territorio di Pontida. Non cominciate a rompere con la Lega perché proprio non ne so niente e niente ne voglio sapere.
La politica è esclusa da questo posto.
Abito ai piedi della DOL (Dorsale Orobica Lombarda). Sono montagne.
Sto a 700 metri s.l.m., "appeso" sopra la pianura. Per chi vive da queste parti sto sotto le antenne, sotto la miniera, entrambe le cose si vedono facilmente da molto lontano, da Milano, da Bergamo, passando lungo l'autostrada.
Gli abitanti qui sono 91, tanto per capirci.
Non sono nato qui. Sono nato a Milano, sono venuto qui per scelta, per uscire, per lasciarmi alle spalle la ressa che mi aveva veramente stufato.
Ho una compagna, Ilaria, e un figlio, Leo.
Non ho la televisione.
Il mio tempo libero lo passo girando per i boschi intorno a casa, a piedi con la famiglia o in bici da solo.
L'idea di cominciare questo blog nasce dalla voglia di mettere in rete la mia esperienza in bicicletta, intesa sia come esperienza che come inesperienza.
Un pò ne so: la pratico saltuariamente da tanti anni, fin dai tempi lontani in cui si chiamava rampichino, e l'associo all'idea di immersione nella natura.
Per intenderci: non ho mai capito quelli con le bici da strada che si incontrano sulle statali. Ma come fanno a pedalare in mezzo a tutto quel traffico, sfiorati da camion, furgoni e altri pazzi? Per me è un incubo... io cerco pace, silenzio, un certo grado di solitudine, tranquillità. Pedalare è il mio momento di evasione dal casino del mondo, e al contempo di avvicinamento a me stesso. Nel casino del mondo faccio fatica a sentirmi. Quando pedalo, in un bosco, su una sterrata o lungo un sentiero appena tracciato, o magari nemmeno quello, ecco allora che mi ritrovo.
Quindici anni fa, quando cominciai, la maggior parte dei miei amici nemmeno sapeva cosa fosse, una mountain bike. Era tutto molto semplice. Pedalavo in Trentino, a casa della nonna, giravo con mio zio e si andava a funghi. Non seguivamo nemmeno i sentieri, infilandoci direttamente nei boschi, inventandoci ogni volta la strada dove strada non esisteva.
Ancora oggi conservo questa tendenza.
Ma oggi è tutto più complicato: ci sono leggi, divieti, regole... e tecnologie, mezzi, equipaggiamento... con i loro pro e contro.
Io pedalo, esploro, studio, osservo. Mi faccio delle idee.
Da oggi, comincio a riversarle qui dentro.
Magari solo per me stesso. Magari no.
Si vedrà.

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